Negli ultimi anni molte banche, dopo un lungo periodo in cui hanno aumentato a dismisura il numero degli sportelli, sono passate a una politica di ridimensionamento, chiusure e licenziamenti.
Nel determinare questa crisi/trasformazione ha avuto un peso decisivo Internet, sia per la diffusione sempre maggiore dell’Home Banking, sia anche per il peso che si sta conquistando un po’ alla volta il Crowdfunding.
Se l’Home Banking, con le operazioni fatte on line piuttosto che allo sportello, automatizza le operazioni tradizionali, il Crowdfunding ha l’ambizione di rivoluzionare i flussi finanziari, mettendo in contatto diretto i detentori di liquidità e chi (imprese o privati) di quella liquidità ha bisogno.
E’ ciò che in gergo di chiama “disintermediazione”; una idea molto bella e suggestiva, ma certo non facile da mettere in pratica.
Le tre modalità del Crowdfunding, però, stanno adattandosi ad altrettante esigenze di finanziamenti.
Il Crowdfunding Reward va incontro all’ampia platea di piccoli progetti (spesso non profit) che propongono iniziative culturali, musicali, sportive, ma talvolta anche tecnologiche.
Il Crowdfunding Lending è la vera alternativa ai classici finanziamenti bancari, in quanto attraverso delle piattaforme specializzate si può creare un contatto, altrimenti quasi impossibile, tra un risparmiatore e il possibile utilizzatore della sua liquidità.
Il Crowdfunding Equity offre infine ai progetti imprenditoriali più coraggiosi (di start up o anche di società già esistenti) la possibilità di condividere il rischio e i possibili utili con investito anche molto piccoli.