Ossessionati a partire da Tangentopoli (1992) dal problema dei “costi della politica”, gli Italiani hanno sottoscritto nello stesso anno il cosiddetto Trattato di Maastricht, che di fatto trasferisce le grandi scelte del nostro paese all’Europa, cioè ai paesi più forti, in primis la Germania.

Così facendo l’Italia ha indubbiamente ridotto i costi della politica, perché non ha più dovuto pensare, informarsi, approfondire la conoscenza dei problemi. La politica italiana si è trasformata in comunicazione e propaganda, in faziosità medievale, non in soluzione dei problemi. A livello internazionale i politici italiani si sono presentati con gag, vanagloria e pacche sulle spalle, ma senza strategie precise.

Bisogna essere consapevoli che i paesi forti, i quali hanno una politica robusta e molto attenta agli interessi nazionali, e mai perderebbero tempo in quisquilie quali i rimborsi spese dei loro politici, da 25 anni stanno amministrando il potere di decisione che l’Italia gli ha incautamente regalato, nel loro esclusivo interesse economico, non nel nostro.