In prossimità del 23 aprile, data di morte di Shakespeare e Cervantes proclamata dall’Unesco “Giornata Mondiale del libro”, sono usciti l’AIE (Associazione Italiana Editori) ha reso noti i dati sulle vendite nel primo trimestre 2021: +26,6% delle vendite in numero di copie (+26,7% in valore) rispetto al 2020.
Le librerie sono quelle che gioiscono di meno, poiché la vendita è passata soprattutto tramite l’on line.
I dati mostrano cambiamenti di grande rilievo nel mercato. I canali fisici (librerie e grande distribuzione) passano dal 73% del 2019 al 57% di fine 2020, al 55% di marzo 2021.
I siti online, di pura vendita o delle case editrici, che rappresentavano il 27% del mercato nel 2019 e il 43% nel 2020, raggiungono il 45%.
Le librerie indipendenti continuano a scendere: passano dal 22% di fine 2019 al 18% di fine 2020 e, quindi, al 16% di fine marzo 2021.
Un calo in un anno della quota di mercato del 2% in un mercato che cresce del 26%,6% significa comunque una crescita del 12,5%. Non male.
Le librerie di catena, generalmente penalizzate dall’essere soprattutto presenti nei centri cittadini, nelle stazioni, negli aeroporti e nei centri commerciali, sono passate dal 44% del 2019 al 33% nel 2020 al 34% nei primi tre mesi di quest’anno.
Della crescita del mercato hanno approfittato molto gli editori, anche quelli piccoli. Oggi creare una casa editrice non richiede grandi capitali. Gli e-book azzerano i costi di tipografia, di trasporto, le scorte, i rischi di invenduto e i costi di smaltimento per l’eventuale macero. Anche un piccolo editore, inoltre, può avere senza grandi costi un efficiente sito di vendita on line.