Il settore della consulenza aziendale (Management Consulting) è un indicatore importante di sviluppo, perché quando un sistema economico cresce, fa nascere nuove imprese, impiega nuove tecnologie, il ricorso a consulenti esterni aumenta. I consulenti servono normalmente a esplorare nuove strade, a trovare nuove soluzioni e a verificarne la fattibilità.
I dati dell’Osservatorio sul Management Consulting in Italia di Assoconsult mostrano che, dopo la crisi di inizio decennio, a partire dal 2014 il fatturato del settore è ritornato a crescere, con un incremento del 7,8% nel 2016, dell’8,0% nel 2017 e dell’8,3% nel 2018. Il Management Consulting in Italia cresce ad un tasso allineato alla media europea (vedi FEACO, Rapporto FEACO su Management Consulting in Europe 2016/17) nonostante il PIL italiano cresca decisamente meno. In tutta Europa, poi, il settore del Management Consulting aumenta molto più velocemente del PIL.
In Italia il settore fattura complessivamente 4,1 miliardi di Euro (0,24% del PIL italiano), e occupa 42 mila addetti.
Le imprese sono 21.900. Il 40,9% di queste ha sede nel Nord-ovest (Milano compresa), il 2,6% nel Nord-est, il 20,9% nel Centro e il resto (16,6%) nel Mezzogiorno.
Il settore del Management Consulting in Italia è molto frammentato, con una assoluta prevalenza di micro-imprese che non superano i 3 addetti. Questo è dovuto al fatto che le barriere all’ingresso sono modeste: una persona con un’adeguata esperienza professionale può aprire una sua imprese di consulenza senza grandi investimenti: l’investimento fondamentale è nel capitale umano.
La consulenza riguarda molti ambiti. Quella legata all’Information Technology è oggi l’area di competenza più richiesta (20,2% del fatturato), seguita dall’area Strategia (17,3%), dall’area Operations (produzione, logistica, acquisti, distribuzione) (14,0%), dalla Finanza (13,2%), dall’area Risorse Umane/Change Management (7,0%), dal Marketing (6,7%) e dalla Formazione (4,7%).
I settori di attività che utilizzano più consulenza sono i servizi finanziari (25,1%), l’industria (25,1%), la pubblica amministrazione (compresa la sanità) (10,5%), le telecomunicazioni e media (10,2%) e l’energia e utilities (7,4%).
L’attività di consulenza nel settore manifatturiero è aumentata in maniera decisamente superiore alla crescita media del mercato (+11%), trainata dalle trasformazioni tecnologiche che vanno sotto l’etichetta di “Industria 4.0”.
Le tecnologie digitali che le società di consulenza più frequentemente gestiscono nei propri interventi sono quelle relative all’automazione, alla Intelligenza Artificiale, a Internet of Things, ai Big Data, alla Advanced Analytics e alla Blockchain.
Un aspetto importante che emerge dalla indagine di Assoconsult è la netta differenza tra grandi e piccole società.
Circa l’86% delle società di consulenza ha meno di 3 addetti, e non riesce a gestire, da sola, i problemi complessi che soprattutto le grandi aziende pongono.
Questo spiega perché le grandi società di consulenza crescano nel 2017 ad un tasso superiore al 10%, nel 2018 all’ 11%, mentre le medie, piccole e micro società, crescono a tassi molto inferiori (4-6%).
19 mila micro società di consulenza generano quindi il 20% del fatturato del settore a fronte di poche decine di grandi imprese (diverse delle quali multinazionali del settore) che ne generano da sole oltre il 50%.
Le piccole imprese incontrano difficoltà, ad esempio, a combinare conoscenze informatiche con conoscenze organizzative. A questa debolezza corrisponde il tentativo di competere abbassando i prezzi (-2,1% medio annuo), per acquisire le commesse e raggiungere un livello minimo di fatturato.
Le difficoltà delle piccole imprese di consulenza si riscontrano anche verso i grandi enti della Pubblica Amministrazione, che selezionano i fornitori attraverso bandi di gara molto competitivi.
Le piccole imprese sono invece molto radicate fra le piccole e medie imprese del settore manifatturiero, dove i Big del settore faticano ad entrare e a soddisfare le richieste a prezzi competitivi. Il 70% degli acquisti di consulenza delle PMI riguardano infatti piccole società di consulenza.
Riguardo infine ai prezzi, il settore della consulenza ha mantenuto nella crisi dei livelli elevati, con una media di 100 Euro all’ora. Anche qui, tuttavia, emergono le differenze tra grandi e piccoli consulenti.