Il tema della “Senior Entrepreneurship” è da qualche anno diventato molto importante, tanto che il prestigioso Global Enterprise Monitor (GEM) ha elaborato recentemente il “Report on Senior Entrepreneurship”.
La ricerca del GEM ha coinvolto 1.540.397 adulti di età compresa fra i 18 e gli 80 anni, di tutte le aree del mondo, compresa l’Europa. In totale 104 paesi.
Il Rapporto fa notare che mentre il concetto di imprenditoria è spesso associato a quello di gioventù, in realtà il livello di imprenditorialità delle persone più anziane è spesso più alto di quello dei giovani.
Ad esempio, il 18% degli adulti di 50-64 anni e il 13% di quelli di 65-80 anni sono “self employed”, contro l’11% dei giovani di 18-29 anni.
Si tratta di un fenomeno sottovalutato, che è importante sia economicamente che socialmente, e andrebbe valorizzato anche politicamente, come sostiene il GEM.
Dal punto di vista economico, va considerato che i più anziani tendono a investire più denaro dei giovani, anche quando agiscono come puri finanziatori (Angel Investors).
I benefici per la società che derivano dal lavoro autonomo dei più anziani vengono definiti dal Rapporto come “golden dividends”.
Nelle loro attività in proprio gli anziani portano esperienza e competenza, creano reddito, creano occupazione, rendono attiva e soddisfatta un’ampia parte della popolazione e scaricano meno costi sul sistema pensionistico e socio-sanitario.